La pianta dell'immortalità
Esistono documentazioni e testimonianze che confermano quanto l’uso della pianta di Aloe Vera fosse diffuso in diverse culture e zone geografiche già nell’antichità.
Grazie a questo riusciamo a comprendere che anche gli antichi Egizi, che già nel 4000 a.C. la raffiguravano nei muri dei tempi, ne conoscevano e sfruttavano a pieno le proprietà.
Nel papiro di Ebers, un manoscritto risalente al del 1550 a.C. e rinvenuto da un europeo nella seconda metà del XIX secolo, sono infatti descritti molteplici usi medicinali dell'Aloe Vera per la cura di vari disturbi sia interni che esterni e se ne cita l’azione antinfiammatoria.
L' Aloe era considerata una pianta che donava bellezza, salute ed immortalità; si dice infatti che le regine Nefertiti e Cleopatra ricorressero quotidianamente all’uso di gel di Aloe Vera come rimedio per la bellezza e che quest’ultima facesse frequenti bagni immersa in succo di Aloe e latte di capra per il mantenimento della pelle.
Se si pensa al clima tipico desertico che caratterizza l’Egitto è facile intuire che il gel prodotto dalle foglie venisse usato per contrastare gli effetti della costante esposizione solare, reidratare la pelle e ridurne l’arrossamento causato da vento, sabbia ed importanti escursioni termiche giornaliere.
Gli Egizi adoperavano l’Aloe Vera anche durante i riti funebri: nella pratica dell’imbalsamazione per via della sua azione antibatterica e fungicida e come auspicio di vita eterna per il defunto.
Ancora oggi in Egitto l’Aloe Vera piantata davanti alla porta di casa è considerato un modo per garantirsi longevità e felicità.